
Il Q-angle è formato dall'intersezione di due linee, una che unisce la spina iliaca antero superiore e il centro della rotula (che rappresenta il vettore di forza del quadricipite femorale),e l'altra che va dal centro della rotula alla tuberosità tibiale anteriore (che rappresenta l'asse anatomico della rotula). Se il Q-angle supera i 10° nell'uomo e i 15° nella donna è più facile che si determini un'iperpressione rotulea e quindi una disfunzione. L'aumento dell'angolo Q può dipendere da diversi fattori anatomici come un'aumentata antiversione femorale, un'aumentata torsione esterna della tibia, una lateralizzazione della tuberosità tibiale anteriore.
Un aumento dell Q-angle comporterebbe un aumento del valgismo del ginocchio che sarebbe a sua volta causa di uno spostamento laterale della rotula.
Aumentando o diminuendo il valore teorico ideale del Q-angle, l'area di contatto della rotula rimane approssimativamente la stessa, ma il problema sta nel fatto che la modificazione comporta un anomalo modello di carico a livello della cartilagine articolare.
Una sua diminuzione invece, determinerebbe un aumento della forza di compressione sul compartimento mediale tibio-femorale, attraverso un aumento dell'orientamento in varo dell'articolazione del ginocchio, e progressivo danno al compartimento articolare mediale.
Ricordiamoci inoltre, che la cartilagine articolare, in senso generale, mostra una marcata sofferenza meccanica nel caso di sport di endurance, o nel caso di sforzi di breve intensità prolungati nel tempo (Ferret, 2006). Per questa ragione è opportuno un programma conservativo su più sedute giornaliere di breve durata, invece di una sola seduta prolungata.
Ovviamente altri fattori, oltre all'aumento del Q-angle, possono determinare una "lateralizzazione" della rotula, come un'ipotonicità del vasto mediale, rigidità o accorciamento delle strutture laterali dell'articolazioni ecc.. Quindi i problemi patologici della rotula sono soprattutto di natura muscolare, legati agli estensori (quadricipite) e alle porzioni tendinee che si vanno a inserire sulla rotula ma che coinvolgono anche la struttura cartilaginea.
Può succedere infatti che se il muscolo opera una trazione irregolare, la rotula, non riuscendo a scivolare liberamente nella troclea femorale, sfregherà contro il suo orlo provocando col tempo una degenerazione della cartilagine articolare che da liscia, via via diventerà rugosa provocando rumore e dolore.
Si parlerà di condropatia rotulea quando il tessuto cartilagineo attorno all'osso mostrerà segni di cedimento, e di condromalacia quando è in atto un processo degenerativo.
La donna sarà più esposta a tal rischio, data la conformità delle anche, la cui ampiezza comporta un maggior carico a livello dell'articolazione del ginocchio.
Anche un'eccessiva pronazione del piede, inoltre, può ipersollecitare la rotula, scatenando sintomatologia dolorosa.